mercoledì 13 marzo 2024

FAVE: legumi dalle 1000 qualità ( all'interno ricetta del pesto alle fave fresche)

 Le fave sono dei legumi appartenenti alla famiglia delle Fabaceae e si possono acquistare fresche da marzo a luglio.


Come la maggior parte dei legumi, sono una grande fonte di proteine, fibre e carboidrati; molto versatili in tante ricette ma sono buonissime anche mangiate direttamente dal baccello.

Le fave apportano numerosi benefici al nostro organismo e sono ottime anche all'interno di una dieta ipocalorica, in quanto povere di grassi; in più, questi legumi hanno un basso contenuto di colesterolo e un basso indice glicemico, per tale ragione sono al tempo stesso antitumorali, antidiabetici e contrastano l'obesità. Scopriamo tutte le proprietà delle fave.


Proprietà:

- Proteggono il sistema cardio-vascolare in quanto fonti di sali minerali, come zinco, ferro, rame, potassio e sodio. Le fave, se consumate nelle giuste quantità, aiutano a prevenire le malattie cardiache.
- Sono antiossidanti perché ricche di flavonoli, acidi fenolici e tannini che proteggono il nostro organismo dall'azione dei radicali liberi, contrastando così l'invecchiamento cellulare.
- Sono antitumorali grazie all'alto contenuto in polifenoli, sono in grado di contrastare la proliferazione delle cellule tumorali, soprattutto per quanto riguarda il cancro al colon, al fegato e alla vescica.
- Aiutano a tenere il peso sotto controllo per il forte potere saziante  e la capacità di ridurre l'assorbimento di grassi e zuccheri, quindi ottime alleate contro l'obesità.


Pesto di fave per 3/4 persone
200 g di fave fresche sgranate (circa 1 kg di fave interer)
1/2 spicchio di aglio tritato
1 cucchiaio di succo di limone
1/2 cucchiaio di aceto di mele
3 cucchiai di olio EVO
20 g di pinoli
sale e pepe q.b.


Scottare le fave in acqua bollente per un minuto circa, scolare.

Trasferire le fave nel mixer assieme all'aglio, succo di limone, pinoli, olio, sale e pepe e frullare fino ad ottenere un composto omogeneo e snza troppi grumi.

Può essere usato per condire crostoni di pane tostato; come pinzimonio per ortaggi di stagione, come condimento per la pasta, oppure semplicemente per dare un tocco di colore ad un piatto semplice come un uovo al tegame.

lunedì 5 febbraio 2024

La salute della tiroide passa dalla corretta alimentazione


Esistono molti alimenti in grado di preservare la salute di questa delicata ghiandola e di garantirne il corretto funzionamento.
Sulla nostra tavola sono presenti alimenti ricchi di iodio, minerale essenziale per la produzione degli ormoni tiroide (basti pensare a molluschi, crostacei, alghe) e selenio (molto presente in polpo, orata, rombo, gamberi, semi oleosi e frutta secca) che oltre a sviluppare un effetto anti ossidante, legandosi a specifiche (seleno)proteine contribuisce a rendere disponibile una corretta quantità di ormone tiroideo attivo ai vari organi del corpo.
Nel 2005 il Ministero della Salute ha introdotto un programma di iodoprofilassi che ha imposto la vendita di sale iodato in tutti i supermercati del territorio, il suo utilizzo nei ristoranti e nell'industria alimentare. In questo modo l'assunzione di iodio in Italia è migliorata, ma circa un terzo della popolazione non lo mette regolarmente sulle proprie tavole forse per paura o diffidenza.
Una corretta introduzione di iodio invece aiuta a prevenire il carcinoma tiroideo oltre che le principali malattie croniche.

Falsi miti sugli alimenti

Nonostante cavoli, broccoli, cavolfiori, soia, semi di lino, rape, ravanelli, miglio e tapioca sembra contrubuiscano a ridurre la quantità di iodio disponibile nell'organismo, è fondamentale non escluderli dalla dieta quotidiana, neanche in caso di gozzo, poichè evidenze scientifiche dimostrano che sarebbe più pericoloso per la salute la loro privazione che il mantenimento all'interno di una dieta armonica.
Per quanto riguarda invece la soia, i prodotti a base di soia (bevande vegetali, tofu, tempeth, miso) possono invece inibire l'azione dell'enzima responsabile della sintesi dell'ormone tiroideo, quindi un loro consumo eccessivo potrebbe predisporre ad un'ipofunzione ghiandolare. Anche in caso di ipotiroidismo, un corretto utilizzo di iodio e selenio, contribuiscono al miglioramento della sintomatologia.
L'utilizzo di sale iodato, sale, ma anche degli alimenti ricchi di iodio e selenio (molluschi, crostacei, alghe, polpo, orata, rombo, gamberi, semi oleosi e frutta secca a guscio) andrebbe fortemente ridotto in coloro che soffrono di ipertiroidismo.


Patologie autoimmuni della tiroide

Ci sono due patologie a carattere autoimmune che colpiscono la piccola ghiandola a farfalla posta alla base del collo: Tiroidite di Hashimoto e Morbo di Basedow/Graves.
Nella tiroidite di Hashimoto si assiste ad un'insufficiente produzione di ormono tiroidei perchè le cellule della tiroide responsabili della loro produzione, vengono distrutte da auto anticorpi che le individuano erroneamente danneggiate o estranee.
Nel Morbo di Basedow invece si assiste ad un'anomala produzione di anticorpi che stimolano una sintesi incontrollata di ormoni tiroidei che provocano gonfiore e infiammazione localizzata portando all'insorgenza del tipico gozzo.
In entrambe le due patologie autoimmuni, l'utilizzo corretto di iodio e selenio, sono utili per sostenere la buona funzionalità tiroidea.
E' importante quindi non far mai mancare pesce, cereali integrali e frutta secca e qualora ce ne sia necessità, potrebbe essere fondamentale integrare con dei supplementi a base di selenio.
Sarebbe invece importante che i soggetti che soffrono di disturbi tiroidei, più di ogni altro, non utilizzino alimenti processati o eccessivamente manipolati industrialmente. I nitriti e altri additivi chimici utilizzati nella lavorazione del così detto junk food come bisfenolo e ftalati, possono andare ad alterare la corretta funzionalità tiroidea. Si parla infatti di interferenti endocrini ovvero sostanze chimiche in grado di alterare la corretta omeostasi ghiandolare accelerando, spegnendo o modificando i seganli inviati dagli ormoni, causando effetti avversi ovvero aumentandone la disfunzionalità.