lunedì 5 febbraio 2024

La salute della tiroide passa dalla corretta alimentazione


Esistono molti alimenti in grado di preservare la salute di questa delicata ghiandola e di garantirne il corretto funzionamento.
Sulla nostra tavola sono presenti alimenti ricchi di iodio, minerale essenziale per la produzione degli ormoni tiroide (basti pensare a molluschi, crostacei, alghe) e selenio (molto presente in polpo, orata, rombo, gamberi, semi oleosi e frutta secca) che oltre a sviluppare un effetto anti ossidante, legandosi a specifiche (seleno)proteine contribuisce a rendere disponibile una corretta quantità di ormone tiroideo attivo ai vari organi del corpo.
Nel 2005 il Ministero della Salute ha introdotto un programma di iodoprofilassi che ha imposto la vendita di sale iodato in tutti i supermercati del territorio, il suo utilizzo nei ristoranti e nell'industria alimentare. In questo modo l'assunzione di iodio in Italia è migliorata, ma circa un terzo della popolazione non lo mette regolarmente sulle proprie tavole forse per paura o diffidenza.
Una corretta introduzione di iodio invece aiuta a prevenire il carcinoma tiroideo oltre che le principali malattie croniche.

Falsi miti sugli alimenti

Nonostante cavoli, broccoli, cavolfiori, soia, semi di lino, rape, ravanelli, miglio e tapioca sembra contrubuiscano a ridurre la quantità di iodio disponibile nell'organismo, è fondamentale non escluderli dalla dieta quotidiana, neanche in caso di gozzo, poichè evidenze scientifiche dimostrano che sarebbe più pericoloso per la salute la loro privazione che il mantenimento all'interno di una dieta armonica.
Per quanto riguarda invece la soia, i prodotti a base di soia (bevande vegetali, tofu, tempeth, miso) possono invece inibire l'azione dell'enzima responsabile della sintesi dell'ormone tiroideo, quindi un loro consumo eccessivo potrebbe predisporre ad un'ipofunzione ghiandolare. Anche in caso di ipotiroidismo, un corretto utilizzo di iodio e selenio, contribuiscono al miglioramento della sintomatologia.
L'utilizzo di sale iodato, sale, ma anche degli alimenti ricchi di iodio e selenio (molluschi, crostacei, alghe, polpo, orata, rombo, gamberi, semi oleosi e frutta secca a guscio) andrebbe fortemente ridotto in coloro che soffrono di ipertiroidismo.


Patologie autoimmuni della tiroide

Ci sono due patologie a carattere autoimmune che colpiscono la piccola ghiandola a farfalla posta alla base del collo: Tiroidite di Hashimoto e Morbo di Basedow/Graves.
Nella tiroidite di Hashimoto si assiste ad un'insufficiente produzione di ormono tiroidei perchè le cellule della tiroide responsabili della loro produzione, vengono distrutte da auto anticorpi che le individuano erroneamente danneggiate o estranee.
Nel Morbo di Basedow invece si assiste ad un'anomala produzione di anticorpi che stimolano una sintesi incontrollata di ormoni tiroidei che provocano gonfiore e infiammazione localizzata portando all'insorgenza del tipico gozzo.
In entrambe le due patologie autoimmuni, l'utilizzo corretto di iodio e selenio, sono utili per sostenere la buona funzionalità tiroidea.
E' importante quindi non far mai mancare pesce, cereali integrali e frutta secca e qualora ce ne sia necessità, potrebbe essere fondamentale integrare con dei supplementi a base di selenio.
Sarebbe invece importante che i soggetti che soffrono di disturbi tiroidei, più di ogni altro, non utilizzino alimenti processati o eccessivamente manipolati industrialmente. I nitriti e altri additivi chimici utilizzati nella lavorazione del così detto junk food come bisfenolo e ftalati, possono andare ad alterare la corretta funzionalità tiroidea. Si parla infatti di interferenti endocrini ovvero sostanze chimiche in grado di alterare la corretta omeostasi ghiandolare accelerando, spegnendo o modificando i seganli inviati dagli ormoni, causando effetti avversi ovvero aumentandone la disfunzionalità.