sabato 15 marzo 2014

toxoplasmosi: cosa c'è da sapere?.... e in GRAVIDANZA?


La toxoplasmosi è una infezione (zoonosi) causata dal parassita Toxoplasma gondii, un microrganismo che compie il suo ciclo vitale solo all'interno delle cellule. Il parassita può infettare moltissimi animali (dai mammiferi agli uccelli, dai rettili ai molluschi) e può trasmettersi da un animale all’altro attraverso l’alimentazione. Il Toxoplasma condii è presente su carne, feci di gatto o nel terreno in cui abbia defecato un gatto o un altro animale infetto.

LE INFEZIONI DA TOXOPLASMA GONDII 
La toxoplasmosi si trasmette dagli animali, che spesso non mostrano alcun segno di infezione, alle persone a volte senza causare alcun sintomo. 
Le infezioni da toxoplasmosi umane possono distinguersi in:
- toxoplasmosi in soggetti sani ( spesso infezione asintomatica) 
- toxoplasmosi in pazienti con sistema immunitario indebolito (pazienti immuno compromessi come malati di AIDS e cancro) che sono maggiormente esposti alla condizione di essere infettati dal protozoo.
- toxoplasmosi congenita che parte dal momento della gestazione quando la donna incinta (anche se non ha sintomi) contrae la toxoplasmosi che non viene curata, automaticamente l'infezione passa dalla madre al feto. I bambini che vengono infettati durante il primo trimestre di gravidanza della mamma tendono a manifestare i sintomi più gravi come poi disturbi al cervello e al sistema nervoso causa di attacchi epilettici, problemi nel tono muscolare, difficoltà di alimentazione, perdita di udito , ritardo mentale e danno retinico.
Fino al 90% dei bambini nati con una toxoplasmosi congenita non manifestano sintomi nella prima infanzia, ma una grande percentuale di loro mostrerà segni di infezione mesi o anni dopo.

TRASMISSIONE
Diversi studi hanno dimostrato che i fattori di rischio principali sono legati all’alimentazione (dal 30 al 63% dei casi dovuti all’assunzione di carne poco cotta), soprattutto per le gestanti. . È quindi necessario evitare di assaggiare la carne mentre la si prepara e lavarsi molto bene le mani sotto acqua corrente dopo averla toccata. 
Un’altra importante fonte di contaminazione è rappresentata dalla manipolazione della terra degli orti e dei giardini, dove animali infetti possono aver defecato. È quindi necessario che, chi svolge attività di giardinaggio, si lavi molto bene le mani prima di toccarsi la bocca o la mucosa degli occhi. Lo stesso vale per il consumo di ortaggi e frutta fresca, che dev’essere lavata accuratamente sotto acqua corrente. 
E' noto che anche il felino che abita quotidianamente nelle nostre case, costituisca uno dei veicoli responsabili della trasmissione infettiva.
Il gatto di casa anche se vive all’interno dell’appartamento, mangia abitualmente cibo industriale (scatolette e/o croccantini), non è mai stato cibato con carne cruda, o prodotti a base di carne cruda comunque può aver contratto l'infezione uscendo magari nei periodi di "calore".
Il vero pericolo per contrarre l'infezione è dai gatti randagi perchè per loro è più facile infettarsi cacciando uccelli e topi contaminati, e che possono defecare nel terreno rilasciando Toxoplasma anche per diverse settimane.
Quando l'animale si infesta con il protozoo espelle le oocisti (ovvero le uova del parassita) nelle sue feci; quindi nel caso si abbia un pet in casa una opportuna accortezza da adottare è il cambio quotidiano della lettiera. L’espulsione delle uova attraverso le feci del felino avviene per un massimo di 20 giorni consecutivi, dopodiché il gatto acquisisce immunità per il resto della sua vita. 
Sicuramente per evitare di contrarre la toxoplasmosi si consiglia di evitare di mangiare carne cruda o non cotta bene e di lavare accuratamente frutta e verdure che possono essere state contaminate dal concime.
Queste misure cautelative sono soprattutto indispensabili da adottare per la donna in gestazione.

SINTOMATOLOGIA
L’infezione da Toxoplasma gondii si distingue in due fasi successive: 
1- la toxoplasmosi primaria sintomatica: caratterizzata da un periodo compreso fra poche settimane a un paio di mesi in cui il parassita si può ritrovare nel sangue e nei linfonodi in forma direttamente infettante. Questa fase è associata ad ingrossamento delle linfoghiandole, stanchezza, mal di testa, mal di gola, dolore alle ossa, a volte si assiste a febbre e ingrossamento di fegato e milza. 
2-la toxoplasmosi postprimaria asintomatica che si verifica quando il soggetto che ha contratto l'infezione ne resta poi immunizzato per tutta la vita, perché risponde all’infezione con produzione di anticorpi e linfociti specifici.
Questa fase è caratterizzata dall’assenza di segni clinici e di laboratorio dell’infezione acuta, ma con la persistenza del parassita nell’organismo in forma latente (inattiva) non più in grado di manifestare alcun tipo di sintomo, solo in caso di episodi di immunodepressione, l’infezione può nuovamente ricomparire.
Se le difese immunitarie vengono meno (sia per malattia, sia per trattamenti farmacologici), il microrganismo può tornare aggressivo, riprodursi e indurre nuovi danni; in un bambino con sistema immunitario indebolito, la toxoplasmosi congenita può essere fatale.

DIAGNOSI
La difficoltà nella diagnosi risiede nel fatto che spesso la malattia si presenta in forma asintomatica, quindi l'unico modo per diagnosticare con sicurezza la toxoplasmosi è attraverso prove di laboratorio che rilevano i microscopici parassiti nel sangue, nel liquido spinale, nel liquido amniotico,nella placenta, nei linfonodi, nel midollo osseo o altri distretti corporei.
L’infezione induce nel corpo la produzione di immunoglobuline specifiche: nella prima fase della malattia vengono prodotte IgM, successivamente gli anticorpi prodotti sono di classe IgG. 
Il Toxo-test da eseguire su un semplice prelievo sanguigno, permette di verificare l’assenza o la presenza di anticorpi specifici.
Attualmente esistono anche nuovi test genetici capaci di identificare il DNA contenente geni di parassiti della toxoplasmosi dopo che hanno invaso il corpo. Questi test sono utili soprattutto per testare nel liquido amniotico la presenza di toxoplasmosi congenita in un feto, rilevabile anche attraverso gli ultrasuoni. Entrambi i test però non sono ancora sufficientemente accurati e possono dare falsi risultati positivi.

Per la donna in gravidanza il test più attendibile  resta il Toxo-test sul campione di sangue; se la condizione della donna non è nota prima della gravidanza, allora il Toxo-test deve essere prontamente eseguito durante la gravidanza, con la prima serie di esami del sangue entro le prime otto settimane di gestazione. Se la donna è protetta (ha gli IgG) il test non deve più essere ripetuto. Nel caso in cui invece la gestante sia "suscettibile", ovvero non abbia gli IgG né gli IgM, deve eseguire almeno altri due controlli nel corso della gravidanza, a 20 e 36 settimane, per escludere la possibilità di essersi infettata e che quindi il bambino rischi di contrarre una toxoplasmosi congenita.
Nel caso in cui il test dia come risultato la presenza di anticorpi IgM, l’infezione in gravidanza è comunque solo sospetta. Si procede quindi con test sierologici più sofisticati presso centri di riferimento di riconosciuta esperienza sia per accertare la diagnosi sia, eventualmente, per disegnare una terapia. 
Nel caso in cui sia confermata l’infezione, si può eseguire il cosiddetto test di avidità, che è un esame del sangue che consente di sapere se l’infezione è avvenuta nei tre mesi precedenti o ancor prima, e quindi capire se l’infezione è avvenuta quando la gravidanza era già in atto. Se si sospetta che il toxoplasma abbia oltrepassato la barriera placentare ed abbia infettato il bebè, si esegue un’amniocentesi, che consente di verificare con certezza se è il germe è presente nel liquido amniotico”.
Comunque in questi casi, il nascituro, anche se apparentemente sano, dovrà essere seguito per almeno tutto il primo anno di vita da un centro specializzato per poter escludere eventuali danni cerebrali e visivi che insorgano nei mesi successivi.

TOXOPLASMOSI  IN GRAVIDANZA
Va detto che se la mamma contrae l’infezione, non è detto che anche il feto si infetti ma se avviene nei primi mesi di gestazione è comune che si possa verificare un aborto spontaneo, danni al sistema nervoso centrale o lesioni oculari a carico del nascituro. Se invece la mamma contrarre l'infezione verso la fine della gravidanza, il passaggio trans-placentare è più facile, ma i rischi per il bambino sono minori.
Infatti è noto che le probabilità di trasmissione dell’infezione materna al feto aumentano man mano che la gravidanza progredisce. 

Nel caso in cui la donna dovesse essere contagiata durante la gravidanza, è possibile bloccare la trasmissione dell'infezione al bambino attraverso un trattamento antibiotico mirato. Il trattamento più utilizzato è quello con spiramicina, un antibiotico ben tollerato sia dalla madre sia dal feto. Uno studio ha dimostrato che esistono combinazioni antibiotiche più efficaci (pirimetamina e sulfadiazina) almeno nell’impedire la comparsa di postumi all’anno di vita: l’uso di questa combinazione è d’obbligo quando la trasmissione dell’infezione al feto sia dimostrata attraverso l’amniocentesi. Con le attuali possibilità di trattamento, almeno il 90% dei bambini con toxoplasmosi congenita nasce senza sintomi evidenti e risulta negativo alle visite pediatriche di routine. 

CONSIGLI DI PREVENZIONE IN GRAVIDANZA
  •  cuoci bene la carne, vietate le bistecche al sangue o il carpaccio
  •  Fra i salumi, sono consentiti quelli cotti, come la mortadella e il prosciutto cotto, no a prosciutto crudo, salame, bresaola, speck , ecc a meno che non vengano consumati cotti nelle pietanze. Anche i wurstel si possono consumare solo cotti
  •  lava le mani con sapone e acqua dopo aver toccato cibi crudi o verdure non lavate
  •  se si vuole mangiare verdura cruda, è importante lavarla con cura, per asportare residui di terriccio. Utile aggiungere nell’acqua di lavaggio un po’ di bicarbonato o di amuchina, che aiutano a rimuovere lo sporco. Risciacquare l'insalata confezionata comprata al supermercato
  •  nessun divieto per la verdura cotta, perchè la cottura è in grado di distruggere il germe
  • congela la carne per qualche giorno prima di cucinarla, perché aiuta a ridurre la probabilità di toxoplasmosi
  •  lava bene i taglieri, gli altri utensili e le superfici della cucina (soprattutto quelle che vengono a contatto con la carne cruda) con acqua calda saponata dopo ogni uso
  • nessuno rischio toxoplasmosi se si consuma pesce crudo, come il sushi, seppure in gravidanza è consigliabile evitarlo perché può contenere altri germi, come la salmonella
  •  se sei incinta fai cambiare la lettiera del tuo gatto a qualcun’altro che poi dovrà avere cura di usare detergente o acqua calda per pulirla e di lavarsi bene le mani dopo averlo fatto. Se nessun altro può cambiare la lettiera, indossa dei guanti quando lo fai e lava bene le mani subito dopo
  •  stessa cosa per i lavori di giardinaggio
  •  tieni il tuo gatto sempre in casa per evitare che prenda la toxoplasmosi con gli escrementi,e/o piccoli animali infetti che cerchi di prendere o mangiare
  •  tieni la sabbiera all’aperto e coperta, per evitare che gatti vagabondi la usino come lettiera
  •  non dar da mangiare al tuo gatto carne cruda
  •  tieniti alla larga dai gatti randagi
  •  non prendere un nuovo gatto se sai di essere incinta
  •  usa delle zanzariere per evitare che entrino in casa gli insetti (le feci dei gatti sono il covo preferito di mosche e blatte, e le zanzare potrebbero diffondere le feci, e di conseguenza la toxoplasmosi, sul cibo)



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