La vita sempre
troppo sedentaria, abbinata ad un’ alimentazione spesso scorretta e frettolosa,
potrebbe favorire il ristagno dei liquidi corporei con conseguente edema a
livello degli arti sia inferiori (gambe e glutei) che superiori (braccia a
mani).
Quello che si viene
a creare è una vera e propria alterazione del microcircolo, che non andrebbe
trascurata, ma contrastata attuando un corretto stile di vita.
Una sana
alimentazione, ricca in fibre e altresì povera di carne rossa, zuccheri,
latticini, uova, cibi pronti, prodotti da forno confezionati, fritture, bibite
gassate, salse varie preparate industrialmente, potrebbe fattivamente
rappresentare un ottimo rimedio per contrastare la ritenzione dei liquidi.
Aumentare il consumo
di frutta e verdura durante e fuori i pasti, porta ad un maggior introito di
acqua nell’organismo, utile per ostacolare la formazione di edemi; consumare ad esempio una piccola
porzione di verdura cruda prima di iniziare un pasto, come il finocchio può
essere un vero toccasana. Questo ortaggio, è noto non solo per le sue proprietà carminative (riduce la presenza dei
gas nello stomaco contrastando il gonfiore addominale), ma grazie all’elevata
presenza di fibre, contribuisce a regolarizzare l’intestino facilitando
l’eliminazione delle tossine.
Contemplare nella
propria dieta alimenti come spinaci, avocado e banane permette di contrastare
il gonfiore, ripristinando il naturale ph dell’organismo. L’elevato apporto di
potassio presente in questi vegetali, assieme alla prensenza di acqua e fibre, garantisce la corretta
digestione e favorisce l’eliminazione delle tossine e delle scorie in eccesso.
Ananas, anguria,
cetrioli e limone, rappresentano altri preziosi alleati contro il gonfiore:
grazie all’elevato contenuto di acqua, esercitano un naturale effetto
sgonfiante e depurativo. In particolare l’ananas contiene l’ enzima bromelina
che agendo sulle proteine, favorisce i processi digestivi.
Consumare bevande
come tisane e infusi durante il corso della giornata, fuori e dopo i pasti
principali (meglio se senza zucchero o addolcite con un pò di miele),
promuove l’eliminazione del gonfiore e
della ritenzione idrica. Eccellono per le virtù
sgonfianti, disintossicanti e drenanti il tè verde dal forte potere
antiossidante, ma anche preparati erboristici
a base di centella asiatica, rusco
composto, betulla, vite rossa etc…).
Assumere con
regolarità e nella giusta misura alimenti come: mirtilli, uva, cioccolato
fondente, vino rosso, salmone, spezie come lo zenzero e aglio, peperoncino,
agrumi, bacche di goji, olio di oliva, sembrerebbe essere di aiuto nel
contrastare il gonfiore e a migliorare la circolazione.
Cibi sono più indicati per
contrastare la ritenzione idrica
Una dieta
ipocalorica è in grado di ripristinare una corretta circolazione oltre che
aiutare a mantenere / raggiungere il corretto peso forma.
Un regime
ipocalorico, per essere bilanciato, deve
prevedere il consumo di frutta fresca e verdure condite con olio extravergine
di oliva a crudo, in grado di apportare poche calorie, ma dall’elevato potere
saziante grazie al loro contenuto di
fibre.
Andrebbe
privilegiato il consumo di kiwi, agrumi, ribes rosso e ortaggi dal colore verde
scuro, in quanto ricchi di vitamina C, preziosa alleata per la salute grazie al
suo effetto antinfiammatorio e protettivo
nei confronti dei vasi sanguigni.
Altre sostanze
vasoprotettrici sono i mirtilli, ricchi in
anticianosidi, che aiutano a rinforzare le pareti delle vene.
Sia l’ acido
ascorbico presente nella vitamina C, che gli
anticianosidi esercitano un’azione antiossidante, contrastando i
processi di invecchiamento tissutale e attivando quelli di riparazione delle pareti venose; ciò che si
ottiene è una riduzione del senso di
pesantezza a livello degli arti che risulteranno essere più sgonfi e meno
dolenti.
In alcuni casi è
consigliabile ricorrere anche all’aiuto di integratori alimentari o tisane che
possano ridurre il disagio provocato dalla cattiva circolazione, fra i più noti
per il loro effetto, quelli a base centella, rusco, vita rosse, mirtillo,
ginko, ippocastano.
Per garantire una
corretta circolazione, è importante non solo cercare di aumentare il movimento
quotidiano contrastando il più possibile la sedentarietà; ma di fondamentale
importanza è anche il consumo di acqua. Buona abitudine sarebbe bere almeno 1-2
litri di acqua al giorno, meglio se a
stomaco vuoto, partendo dal risveglio mattutino.
Non tutte le acque
sono però ugualmente utili nel contrastare il gonfiore; in questi casi dovrebbe
essere privilegiato il consumo di un’acqua povera di sodio (con un tenore di
sodio inferiore a 20 mg/l), in modo da favorire la diuresi e
l’eliminazione delle scorie.
Acque di questo tipo
possono essere rappresentate ad esempio da acqua Danone Vitasnella, Rocchetta, San Benedetto, Panna, Sant’Anna,
la cui azione drenante garantita dal ridotto apporto di sodio, è in grado di
favorire i fisiologici processi
metabolici delle cellule, portando ad un
miglior funzionamento dell’organismo e aumentato senso di benessere.
Cosa mangiare in gravidanza per
ridurre la ritenzione idrica?
Il cambiamento
ormonale che si verifica durante il periodo della gravidanza, associato al
rallentato funzionamento del sistema linfatico e del sistema circolatorio,
fanno si che i vasi sanguigni delle gestanti risultino più permeabili e
soggetti alla vasodilatazione. Ciò promuove la formazione di edemi evidenti
localizzati principalmente agli arti inferiori.
In questi casi basta
seguire un piccolo decalogo per ridurre la ritenzione idrica nelle neo mamme e
dar loro sollievo.
-
Bere almeno 2 litri di acqua al giorno, non solo aumenta
la diuresi e libera i tessuti dal ristagno dei liquidi, ma è indispensabile
anche per il benessere fetale. Si sconsiglia di bere bibite gassate o
zuccherate, ovviamente occorre evitare quelle alcoliche.
-
Integrare il consumo di acqua a quello di tisane, stando
ben attenti che non tutte possono essere consumate in stato di gravidanza: da
evitare le tisane drenanti come quelle a base di tarassaco (o dente di leone); via libera
invece a quelle al finocchio selvatico.
-
Assumere una dieta sana e leggera, ricca in frutta e
verdura. Ottimo il consumo di alimenti semplici come carboidrati complessi,
pesce, carni bianche; evitare il consumo di alimenti troppo grassi o
eccessivamente elaborati, fritti e sughi.
-
Limitare il consumo di sale, indispensabile nella donna in
stato interessante non solo per contrastare la ritenzione liquida, ma anche per
evitare il fenomeno della preeclampsia.
-
L'arma migliore per combattere la ritenzione idrica rimane
comunque l'attività fisica, anche in gravidanza. Il movimento, soprattutto se
si è in stato interessante, deve essere
eseguito regolarmente e con dolcezza, prediligendo sport a basso
impatto, come l'acquagym o il nuoto. Il movimento in acqua unisce all’esercizio
fisico il massaggio dell’acqua stessa che aiuta a drenare i liquidi in eccesso dai tessuti.
Ottimo anche camminare tutti i giorni per almeno 30 minuti, di passo lento in
base alle condizioni di salute della gestante.
-
Evitare di indossare
indumenti stretti che possono ostacolare la circolazione; attenzione
anche alle scarpe con il tacco, meglio preferire scarpe comode che non
ostacolano la circolazione sanguigna.
-
Si ai massaggi linfodrenanti, ideali grazie al loro
effetto drenante sui liquidi ristagnati nei vasi linfatici. E’ possibile fare
questo tipo di massaggi anche durante la gravidanza, evitando i primi tre mesi.
Il sale fa bene o male, se si soffre di
ritenzione?
Il sale ed il sodio
in esso contenuto, si sa, favoriscono la ritenzione idrica; ma ricordiamo che
in assenza di patologie importanti, il maggiore responsabile della ritenzione
idrica è lo stile di vita.
Bisogna inoltre
ricordare che il sodio è un minerale essenziale per l'organismo ed un'eccessiva
carenza, potrebbe provocare spiacevoli effetti collaterali quali nausea, crampi
muscolari, affaticamento, apatia mentale.
Un approccio salutare sarebbe quello di limitare
l'apporto di sodio alimentare, là dove è possibile, sia che si soffra o meno di ritenzione idrica
e di seguire uno stile di vita sano che non contempli fumo, eccessivo consumo
di alcolici, sovrappeso, abuso di farmaci e caffè, abiti troppo stretti, tacchi
troppo alti e uno stile di vita sedentario.
Le fonti alimentari
di sodio sono di due tipi: il sodio presente nel comune sale da cucina e quello presente all’interno
di alcuni alimenti già pronti come i dadi da cucina, snack salati, pesci e
carni conservati sotto sale, capperi, insaccati, pomodori secchi, formaggi
stagionati, olive in salamoia, frutta secca sotto sale.
Va tenuto presente
che una piccola parte di sodio (circa 10%) è già naturalmente contenuta in
alimenti non trasformati e nelle bevande.
Si stima che il
sodio aggiunto durante la cottura o presente negli alimenti già cotti,
rappresenti circa il 36%; il restante
54% è dato dal sodio aggiunto agli alimenti trasformati artigianalmente o
industrialmente, quest'ultimo è composto al 90% da sale e dal 10% da
bicarbonato, glutammato o altri sali.
Ecco di seguito
alcuni suggerimenti utili per limitare il consumo di sale:
-
non aggiungere sale alle pietanze già salate
-
abituarsi a gusti più delicati riducendo gradualmente il
sale impiegato nella preparazione degli alimenti
-
utilizzare poco sale durante la cottura
-
limitare il consumo di cibi conservati sotto sale o
trasformati come insaccati, formaggi, patatine ecc.
-
limitare il consumo di cibi confezionati
-
esaltare la sapidità dei cibi con spezie, limone o aceto
tradizionale/balsamico
-
utilizzare la frutta come spuntino in sostituzione degli
snack salati
Che tipo di sale scegliere?
Non c’è una regola
nella scelta del sale da impiegare in cucina, l’importante è non superare la dose giornaliera consigliata
dall'OMS, ovvero 3-4 grammi al giorno (un cucchiaino scarso).
Sicuramente sarebbe
preferibile dirottare la scelta verso tipi di sale poco raffinati in modo da
garantire inalterate o quasi le caratteristiche nutrizionali proprie
dell’alimento.
Ecco qui una
carrellata di 5 tipologie di sale integrale che possono essere scelte per
insaporire (senza abuso) i nostri
piatti:
-
Sale viola: originario dell’india centrale, si
contraddistingue per il basso contenuto di sodio. Il solfuro di ferro in esso
presente gli conferisce la tonalità
viola scuro, oltre che donargli il
caratteristico odore e sapore leggermente amarognolo.
-
Sale rosa o dell'Himalaya: si tratta di una formazione
cristallina che risale a circa 250 milioni di anni fa che lo ha arricchito
in oligoelementi preziosi per il nostro
organismo.
-
Sale blu di Persia: si tratta di salgemma naturale proveniente
dalle miniere dell’Iran ricche in silvinite (da qui la tipica colorazione);
questo sale è particolarmente ricco in
potassio e cloro.
-
Sale delle Hawaii: presenta un contenuto di ferro
superiore rispetto al sale comune; si contraddistingue per il caratteristico
colore rosso determinato dal processo di evaporazione dell’argilla da cui viene
estratto.
-
Sale nero di Cipro: il colore scuro è determinato dal
carbone vegetale con cui viene arricchito che gli dona un blando potere
disintossicante e digestivo.
Nessun commento:
Posta un commento