sabato 9 febbraio 2019

HEALTH PLANETARY DIET: è possibile alimentarci in modo sostenibile?





Lo scorso 17 gennaio è uscito su The Lancet lo studio “Food in the Anthropocene: the eat –Lancet Commission on healthy diets from sustainable food systems” dal quale merge come sia possibile nutrire l' umanità in modo sostenibile distaccandoci dagli attuali modelli consumistici che minacciano sia la salute della popolazione che l'ambiente.
Gli scienziati che hanno collaborato allo studio hanno trovato una soluzione ad una delle più grandi sfide che l’umanità si è trovata ad affrontare. Applicando il modello di alimentazione sostenibile è possibile sfamare 10 miliardi di persone entro il 2050. Perchè ciò avvenga è necessario apportare dei cambiamenti alla nostra alimentazione, migliore la produzione alimentare attraverso un più adeguato impiego dell’agricoltura e della tecnologia rivolgendo attenzione alla riduzione degli sprechi alimentari.
Con la Planetary Health Diet, sarebbe possibile evitare più di 11 milioni di morti all’anno, abbassando drasticamente l'incidenza delle patologie legate agli stili di vita sbagliati e alle diete non salutari. Obesità, denutrizione e malnutrizione rappresentano i principali fattori di rischio responsabili di una precoce mortalità nella popolazione globale. La Planetary Health Diet porterebbe inoltre dei benefici tangibili anche all'ambiente circostante grazie ad una riduzione di emissioni di gas serra, ad un aumento della biodiversità, limitando l’utilizzo di terra, acqua e azoto in agricoltura.

La Planetary Health Diet di fatto poco si discosta all'ormai nota Dieta Mediterranea; in questo caso, per promuovere la salute umana e del pianeta, si propone una riduzione del 50% nel consumo di farine raffinate e prodotti di origine animale senza eliminare alcun alimento in particolare. Queste indicazioni a ben pensare fanno parte del buon senso e fanno ritornare indietro nel tempo ad anni in cui con pochi capi di bestiame si sfamava tutta una numerosa famiglia per tutto l'anno senza sprechi.


Attualmente alleviamo animali in eccesso, spesso costringendoli a vivere in ambienti angusti e sporchi, per poi macellarli in massa in modo che la grande dsitribuzione non ne sia mai sprovvista. Sarà poi la grande distribuzione stessa a gettare gran parte dell'invenduto, chiudendo un cerchio perverso.

Chiedere di assumere meno carne getta sicuramente le basi verso una maggiore eticità che parte con una maggiore cura dell'animale, senza considerare che un animale che cresce sano nel suo ambiente di origine dona alle sue carni tutti i nutrienti preziosi per la nostra sopravvivenza. Inoltre migliora la nostra salute perchè ci permette di abbassare la quota di grassi satuti attualmente eccessivamete presenti in queste carni. E' anche utile sottolineare che la carne che attualmente mangiamo proveniente da animali allevati in massa, alimentati con farine di dubbia qualità, bombardati di ormoni per diventare precocemente macellabili e sottoposti a dosi massicce di antibiotici per abbassare la carica microbica legata all'insano ambiente in cui sono costretti a vivere, non è affatto salubre per l'essere umano!

La raffinazione degli zuccheri e delle farine poi apre un altro importante capitolo. Questo processo è stato introdotto per garantire sulle tavole prodotti gradevoli alla vista e gustosi al sapore, ma di fatto non ha fatto altro che allontanarci dall'originalità del prodotto e con esso dalle ancestrali caratteristiche nutrizionali ad esso legate. Grazie alla raffinazione la popolazione è stata maggiormente esposta a diabete, insulino resistenza, celiachia, tumori, obesità patologie queste che si possono vincere curando l'alimentazione.

Questo tipo di dieta sostenibile propone di diminuire il consumo di verdure amidacee; ci si riferisce in questo caso prevalentemente ai tuberi il cui consumo eccessivo e protratto nel tempo, specie in assenza di un'attività fisica regolare ed impegnativa, è responsabile di sovrappeso, obesità e malattie metaboliche.

Troppi alimenti amidacei, specie se cotti a lungo, raffinati o lavorati a livello industriale, portano ad un aumento dei livelli ematici di glucosio; questo effetto, oltre ad essere responsabile di compromettere lo stato di salute, determina a seguito di ingestione, uno stato di benessere, appagamento legato all' iperglicemia e allo stimolo sul rilascio di serotonina. Alla condizione di iperglicemia segue un'importante secrezione di insulina che tende a riportare nella norma i livelli di glucosio; questo evento biologico provoca un rimbalzo negativo dei livelli glicemici (la cosiddetta ipoglicemia reattiva postprandiale), che stimola il centro ipotalamico della fame. Si entra così in una sorta di circolo vizioso che - specie negli individui già in sovrappeso e sedentari - porta alla nuova ingestione di alimenti amidacei raffinati e all'inevitabile aumento di peso, con tutte le conseguenze negative del caso.

La Planetary Health Diet spinge verso il consumo di semi oleosi, spesso poco contemplati sulla tavola degli europei. E' importante capire che i semi oleosi (o frutta secca) non devono essere confusi con la frutta essiccata; si tratta quindi di frutta secca a guscio come noci, nocciole, mandorle, anacardi, arachidi, ecc.che in natura fungono da riserva nutritiva per la futura piantina per questo ricchi di oli.
I grassi in essi contenuti sono insaturi e polinsaturi, in particolare omega 3 e omega 6 quindi privi di colesterolo.
La peculiarità sta anche nella loro capacità di ridurre la quantità di colesterolo ematico, proteggendo le arterie dall’aterosclerosi aumentando i livelli di HDL colesterolo “buono”e abbasando quelli di LDL colesterolo “cattivo”.
Rappresentano inoltre un'ottima fonte di proteine e vitamine, in particolare quelle del gruppo B e vitamina E oltre che di sali minerali come selenio, potassio, zinco, magnesio, manganese e rame. Il calcio è presente in particolare nelle mandorle, il fosforo nei pistacchi e nei pinoli, il ferro nelle arachidi e nocciole.
Ricche di antiossidanti, sono utili per combattere i radicali liberi. Costituiscono un'isospettabile fonte di fibra presente e migliorano la risposta all’insulina nei diabetici.
Un'alimentazione correttamente bilanciata permette di portare il rapporto omega 6 e 3 a 3:1 ovvero alla giusta proporzione. Ciò è ottenibile attraverso la riduzione dell'acido linoleico contenuto nei semi di girasole, nel germe di grano, nel sesamo, nelle noci, nei semi di soia, nel mais, nelle olive, quindi nei relativi oli. Al contempo andrebbero privilegiate le fonti di omega 3 (acidi grassi alfa linolenico, eicosapentaenoico e docosaesaenoico), ovvero oli e carni del pesce azzurro (ricchi soprattutto in eicosapentaenoico e docosaesaenoico); semi di chia, di lino, noci e olio di noci, olio di canapa, olio di lino, olio di colza, olio di canola e olio di soia (ricchi soprattutto di alfa-linolenico).
Garantire il corretto rapporto tra omega 6 ed omega 3 permette di:
- favorisce l'omeostasi della lipemia
- migliorare la regolazione della pressione arteriosa
- garantire l'equilibrio degli eicosanoidi endogeni




Assolutamente la Planetary Health Diet rappresenta un'alimentazione valida per tutte le età che porta a contemplare tutte le fonti proteiche che la natura ci fornisce privilegiando nella scelta gli alimenti maggiormente ricchi di salubri nutrienti. Questo tipo di approccio, oltre che risultare eticamente più valido, porta la popolazione umana a introdurre nella propria dieta cibi qualitativamente superiori e più sani.
















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